ROMANZI 2.0

IL FU MATTIA PASCAL, di Luigi Pirandello

Tragic news about the site moderator.

5 commenti »

  1. Ho trovato il linguaggio del romanzo articolato e antico, arricchito da parole non più usate ai giorni nostri. I primi capitoli si presentano lenti e noiosi quindi difficili da capire. Il protagonista Mattia Pascal oltre a essere il narratore si presenta come un uomo alla ricerca della felicità e libertà, proprio per questo motivo decide di recarsi a Montecarlo: per essere libero e felice. Mattia Pascal inoltre si presenta come un uomo che prende decisioni sul momento e che giudica le proprie azioni. Il suo carattere è impulsivo e vivace a differenza di quello di Adriano Meis. Durante la sua trasformazione in Adriano Meis oltre a un cambiamento dell’aspetto fisico avviene anche una cambiamento di personalità. Adriano Meis si presenta quindi come un uomo sensibile e riservato, senza amici. Questo suo carattere cosi chiuso e riservato non gli permetterà di vivere all’interno della società e vorrà tornare alla sua vecchia personalità. Ma, a causa della sua “non esistenza” non potrà sposare Adriana, la donna che ama.

    Commento di artisticobuniva — 27 febbraio 2014 @ 19:03 | Rispondi

  2. Concordo per quanto riguarda il linguaggio articolato che, a mio parere, rende un po’ pesante i primi capitoli del romanzo. Nonostante un avvio lento la storia si rivela tutt’altro che noiosa: il protagonista si presenta come un inetto, un uomo che “subisce” la propria vita senza prendersi le responsabilità di scegliere cosa è meglio per lui. Insoddisfatto di ciò ricerca un nuovo inizio, una fuga dalla monotonia, che gli si presenta per caso e che non si lascia scappare. Ma questa sua scelta si rivelerà un ennesimo fallimento: vivere senza un’identità può inizialmente essere sinonimo di libertà, ma si rivela una restrizione ancora più pesante di una vita noiosa. La storia di Mattia Pascal tenta di insegnarci proprio questo, il “non esistere” costituisce solo un’apparente spensieratezza, ma in realtà ce ne priva ancor di più.

    Commento di artisticobuniva — 7 marzo 2014 @ 19:08 | Rispondi

  3. Io a differenza delle persone che hanno commentato precedentemente non ho trovato il linguaggio particolarmente complesso, piuttosto ho trovato contorto il modo di pensare del personaggio.
    Infatti dopo la sua morte inscenata, il personaggio viaggia molto, ritrova la gioia che gli era stata negata quando era ancora ritenuto vivo. Durante questi viaggi, si rende conto di essere solo e vorrebbe dei legami con la società per non esserne escluso. Così decide costruirsi una nuova vita. Mi ha sorpreso in particolare il suo modo di vedere anche solo il semplice rapporto umano.

    Commento di artisticobuniva — 3 giugno 2014 @ 18:59 | Rispondi

  4. In questo romanzo anche io ho trovato parole non più usate nei vinto nostri che rendono i primi capitoli lenti, ma dopo 3-4 capitoli la storia diventa più interessante e intrigante.
    Il protagonista narra la sua biografia sotto forma di diario, permettendo al lettore di entrare nel suo animo;Esso cerca sempre di giustificarsi e di porre come verità il suo punto di vista, che non necessariamente coincide con la realtà dei fatti.
    Mattia è un uomo capace di vivere più vite e indossare diverse maschere che non lo rendono molto felice. La cosa che mi ha colpito di più del protagonista e il fatto che lui vive di attimo in attimo in continua mutazione, e che non rinuncia totalmente al suo nome, si accontenta di mettergli davanti la particella ”fu“ come vediamo nel titolo, ciò indica la perdita dell’identità ma anche l’incapacità di trovare una soluzione alternativa.

    Commento di artistico Buniva — 29 novembre 2022 @ 19:04 | Rispondi

    • ANONIMO

      Commento di Roberto Ferraris — 2 gennaio 2023 @ 03:43 | Rispondi


RSS feed for comments on this post. TrackBack URI

Lascia un commento

Crea un sito o un blog gratuito su WordPress.com.